Gaetano Bresci, 1900 l’attentato ad Umberto I

Il 29 luglio del 1900 l’emigrante anarchico Bresci Gaetano giustizió a Monza Re Umberto I, soprannominato “re mitraglia” per avere governato con gli stati d’assedio e con le repressioni militari e per questo odiatissimo dal popolo.

Ad armare la mano di Bresci, che agisce come nella tradizione anarchica da solo, ci sono i giovani uccisi dalle cannonate di Bava Beccaris, i giovani arrestati, i contadini sfruttati e gli affamati, dei quali il regicida non conosce né il volto né il nome, ma fanno parte di quell’immensa folla di “pallide e sanguinanti vittime” dell’altra Italia, che vive di lavoro, di stenti, di fame e di miseria, mentre il re dissipa le casse dello Stato regalando cifre da sogno alle sue amanti.

La mala razza dei Savoia è una razza che vive negli intrighi, nella corruzione, nella bassezza morale e non ha avuto nulla di regalità di re “buoni o galantuomini”, esattamente come tutti quelli che vogliono governare la vita altrui.L’attentato di Bresci, nato a Prato nel 1869, è stato un atto (forse il primo) che diede un forte scossone all’istituto monarchico, che verrà definitivamente ripudiato dal popolo italiano nel 1946 e segna una svolta nella politica italiana sfatando il mito della monarchia e del re che poteva colpire impunemente il popolo senza venir colpito (tutti i capi di Stato e di governo ne tengano conto, alla fine la loro vita vale solo qualche pallottola).

Per l’insegnamento civile, politico e morale che viene dall’atto di Bresci, la sua memoria è stata sempre circondata dalla simpatia e dalla gratitudine di molti italiani, i quali compresero subito che il re quelle pallottole se lei era strameritate. L’attentato ad Umberto I non ha nulla in comune con il terrorismo (come tanti imbecilli leccadominio vanno farneticando), egli è solo un giustiziere che compie un attentato individuale, del quale non si pente e ne rivendica con orgoglio, fierezza e lucidità il carattere rivoluzionario.

La sua azione suscitò un vastissimo dibattito che coinvolse, per una ragione o per l’altra, tanti fra cui Merlino Francesco Saverio, che lo difese battendosi come un leone, Galliani Luigi, Gori Pietro, Malatesta Enrico, Cipriani Amilcare, Tolstoj Leone, Borghi Armando, Lombroso Cesare, Salvemini Gaetano, Togliatti Palmiro, Ravanelli Leda, D’Andrea Virgilia, Goldman Emma, e tanti altri.
Il gesto di Bresci è stato un attentato contro lo Stato e chi lo rappresenta, che come tutte le azioni di questo genere tende alla distruzione totale o parziale dell’autorità, ed allo stesso tempo è anche un atto di giustizia e di progresso.