ALBERT CAMUS ( 1913-1960 )

Camus nacque da famiglia francese in Algeria e ad Algeri studió, in condizioni economiche difficili , e cominciò a lavorare come attore e giornalista.Dal 1940 a Parigi, partecipò alla resistenza contro i nazifascisti; nel dopoguerra fu capo redattore del giornale “Combat”.

Affermatosi nel 1942 con il romanzo “Lo straniero” e il saggio “ il mito di Sisifo, raggiunse vasta rinomanza con una seconda opera narrativa, La peste del 1947, e una serie di lavori teatrali:
Il malinteso 1944, Caligola scritto nel 1938 ma rappresentato nel 1945, Stato d’assedio -1948,
I giusti -1950. Del 1951 è il saggio lL’uomo in rivolta, al quale seguirono riduzioni teatrali da Faluckner, Lope De Vega e Dostojevskij e i racconti “La caduta” e “L’esilio e il regno”.
Nel 1957 ottenne il premio Nobel. Dopo la sua morte, avvenuta per un incidente automobilistico, furono pubblicati anche “i Taccuini”, il romanzo giovanile, “ La morte felice” e il romanzo incompiuto “Il primo uomo”.

Alla base dell’opera di Camus vi è una ricerca spasmodica di una giustificazione all’esistenza, che viene trovata sia nella “Peste”, che “nell’Uomo in rivolta” ; nella “Peste” attraverso la descrizione di una città assediata dall’epidemia propone un’allegoria della guerra e dell’occupazione nazista e una più vasta della condizione umana (come non pensare alla pandemia COVID-19).

“Nell’uomo in rivolta” Camus approda alla scoperta che, solo ribellandosi, l’uomo può far emergere un senso in un mondo dominato dal non senso. La riflessione esistenzialista di Camus partendo da una iniziale predilezione per i temi della solitudine e della morte arriva a quelli della speranza e della solidarietà umana che attraverso la rivolta permanente può trovare soluzioni al dramma dell’assurdo della società contemporanea.